Lunedì, 20 Maggio 2024

19 marzo, il Tempo dei Padri e dei Figli

Si avvicina il 19 marzo, festa del papà, e uno dei modi per celebrare il padre è onorare nella società la funzione paterna.

Il padre limita l’indifferenziato materno, definisce, sceglie, taglia e lega.

Nella nostra cultura è difficile riuscire a rintracciare il cuore dell’energia paterna perché ormai viviamo una crisi profonda del materno e del paterno.

Nella società liquida, per dirlo alla Bauman, virtuale, veloce, fantasmatica, cosa costituisce limite?

Nella mitologia greca esistevano tre grandi archetipi del Padre.

Il Padre Cielo, Urano, suo figlio Cronos il Tempo, e il figlio di Cronos, Zeus, ovvero La Legge, padre di tutti gli dei. Ognuno regnò in un periodo, si innamorò del potere e agì in modo da impedire di essere detronizzato dai figli. Urano seppellì la sua prole all’interno del ventre della loro madre, Gea, la Terra, e solo uno osò ribellarsi, Cronos, che con la falce evirò Urano, ma fece a sua volta a stessa cosa con i suoi figli. Terrorizzato che potessero spodestarlo lì divorò uno a uno.

Solo Zeus figlio di Cronos/Saturno si ribella, libera i fratelli e diventa Padre e Signore dell’Olimpo.

Cosa ci insegna il mito?

Che la funzione del limite crea l’Istituzione sociale, che l’Istituzione genera Potere e che il Potere si acquisisce tramite un atto di violenza.

Abbiamo così la genesi del Patriarcato che nasce sulla deificazione della funzione paterna distorta.

Urano/Cielo racconta l’Archetipo di quando ancora il paterno era primitivo e primordiale, seppellisce i suoi figli nel ventre della Terra quasi a nasconderli e a limitare il loro spazio, le loro possibilità. In chiave sapienziale è la genesi della caduta dello Spirito nella materia, la dimenticanza della sua identità primigenia “celeste”.

A Urano gli succede Cronos, il Tempo. Siamo in una successiva fase evolutiva, dal Caos alla strutturazione, perché la struttura viaggia attraverso la temporalità.

In chiave sapienziale è la nascita dell’ego, che si muove lungo la linea del tempo così come lo conosciamo, dal passato al futuro, il tempo lineare, razionale, che crea Stati e confini. Il tempo della “separazione” identitaria. L’ego nasce perché comprende di essere separato dalla Matrice primordiale, limitato, e soggetto a perire nel tempo. Il tempo di Cronos.

A Cronos/Tempo succede Zeus, la Legge. Nella fase successiva c’è il consolidamento dell’Istituzione attraverso la Legge.

La Legge/Zeus ci racconta il tempo della Polis (Politica), il tempo democratico. Infatti Zeus non conserverà il potere attraverso un atto di violenza come i suoi Padri ma attraverso la ricerca di un equilibrio con i figli.

Interessante a questo punto notare il passaggio epocale dal tempo dei Padri, il Patriarcato, al tempo dei Figli, il Tempo del ruolo e delle maschere, tempo che stiamo tuttora vivendo.

I figli di Zeus furono molteplici ma nessuno riuscì mai e neanche provò a usurpare il trono del Padre come era accaduto invece all’epoca dei Padri.

Furono figli che si preoccuparono di piacere e compiacere Zeus e di collaborare con lui, Apollo, il figlio prediletto, custode dell’ordine e dell’equilibrio, dispensatore della legge, Ermes, messaggero degli dei e come psicopompo, guida delle anime, Ares, dio delle guerre (funzionali al Padre), Efesto il grande inventore e artigiano, Dioniso, dio dell’estasi, l’unico che sfuggì in parte alla legge del Padre perché incarnava l’elemento dell’Oltre.

Ma i figli viaggiavano insieme, nessuno di loro si ribellò al Padre o costituì un’epoca a sé stante. Vivevano tutti nella Legge dell’Adattamento e dello Stato costituito.

Oggi siamo su un punto di confine. Zeus che ha regnato per secoli consolidando l’Istituzione attraverso la Legge ha lasciato il posto ai Figli che viaggiano senza più Padre pur desiderandolo.

Ma nessuno dei figli è abbastanza maturo da incarnare un nuovo principio costituito.

Dopo il periodo del Cielo, o della divinità, il periodo del tempo o della limitazione di Cronos, il periodo di Zeus o della legge, e ora il Tempo dei Figli o della liquidità, verrà una nuova figura maschile o femminile a definire la nuova funzione del Padre?

Un proverbio arabo dice: “Tempi duri generano uomini forti. Uomini forti generano tempi felici. Tempi felici generano uomini deboli. Uomini deboli creano tempi duri e tempi duri ricreano uomini forti”.

È tempo di gettare la maschera del tempo del Ruolo o delle maschere, il tempo dei molteplici figli di Zeus. Oggi forse sta nascendo un nuovo tempo, il tempo del Padre interiore, quello costituito non dal Potere ma dal Riconoscimento, il padre Ettore dell’Iliade che solleva il Figlio davanti alla folla perché lo “riconosce” come suo.

Il Padre attivo in ciascuno di noi quando ci riconosciamo “il dono”, il nostro specifico talento, e quel potere che abbiamo non sull’altro ma su noi stessi.

Il Padre, potere interiore, capace di vivere, essere e agire nel mondo senza maschere, in perfetta integrità col sentire profondo.

Il Padre della Coscienza individuata che si abbraccia, si benedice, regala arco e frecce come Zeus fece con la piccola Artemide, al Figlio Personalità e gli dice “Vai nel mondo sicuro di te. Sei perfetto così come sei”.

Chiara Tortorelli
Author: Chiara Tortorelli
Creativa pubblicitaria, editor e scrittrice, vive a Napoli dove inventa nuovi cultural life style: come presentare libri in maniera creativa e divergente, come scrivere i libri che ti piacciono davvero, come migliorare la creatività e il benessere personale con metodologie a metà strada tra stregoneria e pensiero laterale. Il suo ultimo libro è “Noi due punto zero” (Homo Scrivens 2018). Cura per Napoliclick la rubrica “La Coccinella del cuore”.

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