Little Black Dress. Quel pezzo di stoffa che ha rivoluzionato il mondo della moda
Dritto al ginocchio, scollo discreto. E, ovviamente, nero.
L’outfit passepartout che, con gli accessori giusti, dona a tutte e si adatta ad ogni occasione , dalla riunione in ufficio alla serata a teatro, è per antonomasia il “little black dress”.
Nell’immaginario collettivo contemporaneo, profondamente legato all’universo cinematografico, il “tubino nero” è legato a doppio filo a Audrey Hepburn - oggi simbolo indiscusso dello “chic” - nel modello firmato Givenchy in “Colazione da Tiffany”. Forse non tutti sanno che, in realtà, il “piccolo abitino nero” è ben più “anziano”, risalendo ad oltre cento anni fa.
Il primo a sdoganarlo, slegandolo dal ruolo di “abito da lutto” che aveva nel diciannovesimo secolo, fu il pittore John Singer Sargent, che nel suo celebre dipinto “Ritratto di Madame X” vestì la sua modella Virginie Amélie Avegno con un semplice vestito nero. L’opera destò scalpore siccome, sia nel colore che nel modello, la mise della protagonista era considerata inadatta alla morale del tempo. Eppure Sargent fu capace di individuare la potenzialità del binomio “nero + tubino” nella costruzione di un modello femminile anticonvenzionale fascinoso, elegante e misterioso.
Nel 1926 la rivista di moda “Vogue” pubblicò la foto di un abito nero lungo al polpaccio, di taglio dritto, decorato unicamente da impunture trasversali tono su tono. La stilista era Gabrielle “Coco” Chanel che venne consacrata proprio con quel vestito la vera madre del “little black dress”. L’ingresso del modello (e del colore) nel panorama “fashion” segnò la definitiva dissociazione del nero dal concetto di “lutto”, divenendo l’uniforme ufficiale della donna di gusto.
Il jet set glamour di Hollywood favorì la popolarità del little black dress e la creazione di sue varianti. Un importante contributo fu dato da Christian Dior che sul finire degli anni ’40 trasformò l’abito nero in tendenza pop. Da quel momento in poi ogni donna avrebbe avuto la possibilità di trovare l’abito nero che faceva per lei: tal taglio sobrio e formale per le signore di una certa età, più corto e adorno di spacchi per le giovani che amavano osare, minimal e pratico per le donne in carriera.
Nel Ventunesimo secolo Il tubino nero è diventato l’unità di misura attraverso cui osservare l’evoluzione dei fenomeni di costume. Sempre attuale acquista la personalità di chi lo indossa. Come diceva Chanel “Le mode passano, lo stile resta”. Ed è per questo che il “little black dress” è oggi, come cento anni fa, un alleato di stile che merita un posto fisso nell’armadio di ogni donna.
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