In ricordo di Antonio Berté
È stato un grande pittore contemporaneo, uomo d’arte e di cultura stimato e apprezzato anche a livello internazionale.
A sei anni dalla scomparsa, sarà ricordato oggi in una cerimonia pubblicata organizzata dalla famiglia presso l’abitazione dell’artista in via Gian Lorenzo Bernini 45 a Napoli, nel quartiere Vomero.
La moglie Livia Langella Berté e tutta la famiglia saranno lieti di accogliere nella propria casa circondati dalle opere del maestro coloro che vorranno prendere parte all’evento commemorativo, che prevede una Cerimonia Eucaristica seguita dal concerto per pianoforte di Maria e Antonio Sensale e da una performance di Livia Berté, attrice e cantante, nipoti del maestro.
La celebrazione Eucaristica comincerà intorno alle 18, officiata da padre Fabiano Licciardi, a lungo responsabile del PIME. Amico del maestro e della famiglia Langella (quella della moglie dell’artista), padre Licciardi fondò con Antonio Berté agli inizi degli anni ‘70 il MATM, Movimento Artistico Terzo Mondo, di cui Berté fu presidente. Il Movimento con il ricavato delle mostre finanziava l’attività missionaria; Berté, dipinse anche il Manifesto della Giornata Mondiale Missionaria del 1972.
Antonio Berté (1936 - 2009), giornalista pubblicista, sin da bambino ha sempre sentito un amore per l’arte ed una "vocazione" per la pittura. Dopo essersi affermato negli anni ‘60, dagli inizi degli anni ‘70, già amato dal pubblico e ben accetto alla critica, comincia a diffondere la sua arte approfondendo e portando avanti un suo discorso originale, e la sua pittura diviene sempre più descrizione ed interpretazione di alti momenti di letteratura, musica e teatro. È autore di grandi cicli tematici dedicati a Federico García Lorca (1970 e 1990), Alessandro Manzoni (1973), Kafka (1974), Eduardo e Pirandello (1980), La Morte di Pietra (1981, ciclo dedicato al terremoto dell’Irpinia nel 1980), La Sabbia del Tempo (1984, ciclo dedicato a Salvatore di Giacomo), Leopardi (2006). Alla base della sua pittura vi è la disamina del disagio esistenziale dell’uomo. Protagonista l’omonimo "Omino" Kafkiano, o il cosiddetto ormai "Omino di Bertè".
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