Tre mustang azzoppati, il romanzo di Mario Petrella
Giulio non è sicuramente uno psicoterapeuta ortodosso. Cerca di stabilire con i suoi pazienti un’empatia, che li faccia sentire accolti in un delicato equilibrio tra “vicino” e “distante”, perché acquisiscano una loro autonomia. I personaggi, che si muovono intorno e dentro di lui, sono in preda a quella “lucida follia”, che pur se in forme diverse, accomuna tutti. I loro sentimenti, le paure, la crudeltà, la disperazione, la fragilità fanno parte dell’umana condizione del vivere.
È una riflessione sul senso della psichiatria ma anche un romanzo avvincente sospeso tra sogno e realtà, l’ultimo libro di Mario Petrella Tre mustang azzoppati che lo psichiatra, appassionato di scrittura, ha affidato alla casa editrice Homo Scrivens poco prima di morire.
Il libro sarà presentato giovedì 12 gennaio 2017 alle ore 17.30 nello spazio LaterzAgorà del Teatro Bellini di Napoli con gli interventi del filosofo Gennaro Carillo, dello psichiatra Rino Pastore, del presidente di Gesco Sergio D’Angelo e dell’editore Aldo Putignano. Le letture saranno a cura della scrittrice Serena Venditto, che ha seguito l’editing del volume. L’iniziativa è organizzata grazie alla collaborazione della casa editrice Homo Scrivens, dell’Associazione “A Voce alta” e della LaterzAgorà.
In apertura sarà proiettato un video-ricordo di Mario Petrella, a cura di Alessandra del Giudice.
Psichiatra, attivo nel centro di Medicina Sociale di Giugliano negli anni ’70, Mario Petrella fu tra i protagonisti della complessa fase di dismissione dei pazienti dai manicomi e si adoperò nelle iniziative per il superamento dell’ospedale psichiatrico Frullone. Grande esperto di dipendenze patologiche Petrella fu negli anni '80 responsabile pubblico dell’Aleph, progetto per il sostegno e il recupero dei giovani tossicodipendenti nato da una collaborazione tra il servizio pubblico e il privato sociale, con la cooperativa sociale Il Calderone e l’associazione Il Pioppo. Successivamente fu direttore del Dipartimento delle Farmacodipendenze e poi del Dipartimento socio-sanitario della Asl Napoli 1.
Il suo impegno profuso a favore delle persone fragili e dei deboli è stato sempre portato avanti senza risparmio di energie, in prima linea al fianco dell'associazionismo e al crocevia tra dipendenze patologiche e disagio mentale. Dirigente infaticabile, onesto e rigoroso per il servizio pubblico, per il mondo sociale Mario Petrella è stato a lungo un punto di riferimento, un uomo che si è messo in gioco anche al di là del proprio ruolo, sempre, esponendosi anche al rischio di critiche per la sua posizione di manager pubblico. È stato accanto agli operatori sociali nelle battaglie del welfare a Napoli e non si è mai sottratto al confronto con i referenti istituzionali, mantenendo sempre un’indipendenza di pensiero e un’onestà intellettuale che l’ha reso caro a moltissime persone, al di là dei loro ruoli e delle posizioni ricoperte.
Autore di decine di saggi e studi di settore, negli ultimi anni si era dedicato con maggiore passione alla scrittura, dimostrando ottime doti narrative e rispecchiando nei libri, alcune caratteristiche della sua personalità: la semplicità, la chiarezza, l’ironia e la vivacità di opinione caratterizzano le sue pubblicazioni così come hanno distinto la sua personalità.
Nel 2016 ha pubblicato il romanzo autobiografico In viaggio con Stefano (Youcanprint 2016) dedicato al figlio, pediatra che lavora in Spagna, a Barcellona. Ha pubblicato per Homo Scrivens il volume Aspettando il 112. L’azzardo, l’impegno, i dubbi (2016) scritto insieme con gli amici Giovanni Attademo e Sergio D'Angelo con cui ripercorre la traccia dell'impegno sociale profuso negli ultimi 30 anni a Napoli.
Infine con Giovanni Attademo ha firmato per Gesco Edizioni il volume Una leggera brezza tra i miei capelli. Un libro sulla formazione-intervento nella relazione d’aiuto per operatori socio-sanitari, in uscita nel gennaio 2017.
Mario Petrella ha lasciato in tutti coloro che l’hanno conosciuto un vuoto enorme, ma anche un’eredità forte, fatta di impegno, di visioni, di instancabili progetti, di passioni messi sempre al servizio degli ultimi e delle persone più fragili, che meritano di essere raccolte e proseguite e che si spera possano ispirare le giovani generazioni.
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