Casagrande e i mostri dello show business al Diana
Ogni tanto un po’ di autocritica non fa male a nessuno. Franco, il protagonista della commedia, magistralmente interpretato da Maurizio Casagrande, fa outing ripercorrendo le sue esperienze di vita. E come seguendo il copione di This Must Be the Place di Tarantino, rivive il passato pensando che possa ritornare al presente.
Un presente che si rivelerà amaro, dimenticata rockstar degli anni ’80, si troverà ad affrontare gli enigma della vita. Il successo seguito dalla solitudine, l’amore sostituito dall’inganno. È sposato con la prorompente Ursula, conduttrice televisiva in voga, e ai bei tempi sua fervente ammiratrice, ma che oggi è la vera “star” di casa.
Lui, un artista non particolarmente brillante, ma sincero e originale, e lei bella senza grandi capacità, bravissima ad approfittare di chiunque per aumentare gli ascolti.
Tra risate e colpi di scena lo spettatore verrà proiettato in un’altra dimensione, in un altro tempo, dove i protagonisti in primo piano saranno quelli che hanno riempito la nostra infanzia, il nostro passato.
La bambola assassina, il fantasma dell’opera, un’avvenente vampira accompagnate da un lupo famelico, arricchiranno la scena lì dove il lieto fine previsto non avviene. Nella realtà la voce di Franco ci porterà al tragico epilogo. “Ma come fate a guardare questa robaccia… aprite gli occhi… ma non lo vedete che sono tutti mostri!”
Lo spettacolo Mostri a parte al Teatro Diana fino al 10 febbraio, scritto da Maurizio Casagrande e Francesco Velonà, vede in scena, oltre al protagonista, uno dei volti dei The Jackal come Fabio Balsamo, e: Tiziana De Giacomo, Nicola D’Ortona, Marianna Liguori, Giovanna Rei, Claudia Vietri.
Sullo spettacolo si esprime l’attrice Tiziana De Giacomo, che racconta: “Mostri a parte è uno spettacolo che ironizza, senza nessuna pretesa, il mondo della televisione e di tutto il nuovo show business che, a parere dell’autore Maurizio Casagrande, è un mondo fatto di personaggi che, sempre più spesso, non hanno né talento né preparazione, ma sono popolari e strafamosi per motivi assolutamente indipendenti dalla loro bravura e dal loro mestiere.
Maurizio gioca sul fatto che da ragazzo è cresciuto e aveva come punto di riferimento e, ammirava profondamente, quelli che erano definiti “Mostri Sacri”. Oggi, i punti di riferimento sono dei mostri e… basta, che di sacro non hanno nulla. (…) In uno spettacolo in cui s’ironizza sulla parte peggiore del mondo dello spettacolo popolato da nuovi mostri, personaggi che tutto hanno a che vedere tranne che con il mondo dello spettacolo vero. Il protagonista, preso da una sorta d’incubo e di follia, vede in tutti questi personaggi televisivi alcuni mostri del mondo dello spettacolo del cinema horror degli anni ‘30 e, quindi, i vari personaggi sono tutti mutuati da mostri classici dell’horror, nel mio caso il personaggio è la vampira, che rappresenta una fatalissima donna austera, algida e, contemporaneamente, bramosa di sangue, che rappresenta una donna che fa carriera con gelido calcolo e sceglie le sue vittime per andare avanti nel mondo dello spettacolo, diciamo succhiando il talento e le capacità di queste persone”.