I desaparecidos raccontati da Bendetti
Voce e corpo ai desaparecidos. Dal 28 al 30 marzo il Teatro Libero di Palermo presenta Pedro e il Capitano di Mario Benedetti, in scena al Teatro Galleria Toledo, in via Concezione a Montecalvario, 34.
La pièce parla della pandemia che colpì il l’America meridionale nel decennio tra il 1970 e il 1980: l’Uruguay dei militari, l’Argentina dei desaparecidos, il Cile di Pinochet. Regia e costumi Lia Chiappara con Santi Cicardo e Matteo Contino, luci Gianfranco Mancuso, musiche Antonio Guida. Nel 1979 Mario Benedetti – poeta, critico teatrale e drammaturgo uruguaiano –decise di dare voce e corpo ad uno dei temi più delicati e attuali dell’America Latina contemporanea, quello dei desaparecidos.
Una scena fortemente evocativa - dove riecheggiano immagini di terra, polvere, lotta - ed un uomo immobile dietro ad una scrivania su cui è poggiato un registratore. Un senso di attesa che viene rotto dall’entrata di un altro uomo, incappucciato, che si immagina spinto da qualcuno rimasto nell’ombra. È evidente che lo hanno picchiato, fatica a riprendere e a mantenere la posizione eretta, l’uomo seduto dietro la scrivania perde la sua immobilità, si avvicina al giovane incappucciato e da quel momento in poi per tutta la pièce si stabilirà tra loro una relazione fatta di contrasti, dissonanze, inviti, tentativi di sopraffazione, fughe, ricordi, intuizioni e non detti la cui caratteristica sarà la dominanza della parola.
Un lungo dialogo, questo tra Pedro e il Capitano, in cui i due si racconteranno controvoglia e attraverso la parola cercheranno la via d’uscita a situazioni di stallo emotivo o la via di entrata nel mondo apparentemente inaccessibile dell’altro. Una lotta dialettica dove ogni cliché verrà scardinato, ogni idea preconcetta attraverserà la prova della sofferenza fisica e mentale e li lascerà uno di fronte all’altro, senza più maschere, ruoli, protezioni, né vittime né carnefici, ma semplicemente uomini, entrambi, e non sarà possibile giudicare uno migliore dell’altro perché entrambi dimostreranno di essere fatti di luce ed ombra, in una mescolanza cangiante in cui il bianco e il nero si sono amalgamati fino a perdersi.
“La verità è che le crepe non mancano” – ci ricorda il poeta in uno dei suoi componimenti – “tutte però sono sanabili…c’è una sola crepa decisamente profonda ed è quella che sta a metà tra la meraviglia dell’uomo e i disillusionatori; è ancora possibile saltare da un bordo all’altro ma attenzione qui ci siamo tutti, voi e noi, … signore e signori, a scegliere da che parte poggiare il piede.”
Orario spettacoli: venerdì 28 marzo serale ore 21, sabato 29 marzo mattinata ore 10, sabato 29 marzo serale ore 21, domenica 30 marzo pomeridiana ore 18.
Biglietti: mattinate 10 euro, sabato e domenica intero 20 euro, ridotto unico 15 euro.
Info e prenotazioni: tel. 081.425037, galleria.toledo@iol.it - www.galleriatoledo.org