Mercoledì, 08 Maggio 2024

Un posto al sole

Lucio Allocca: Otello porta in scena la vita degli anziani

Attore di teatro, cinema e tv, con una passione antica per la moto e una più recente per la vela, Lucio Alloca (80 anni a luglio) presta il volto da quasi 20 anni a Otello Testa, l’ex vigile oggi pensionato, ovvero il personaggio più brontolone nella storia di Un Posto Al Sole. Rimasto vedovo di Teresina (Carmen Scivittaro), Otello spesso la ricorda, proprio come Lucio, legato all’attrice napoletana scomparsa il 14 agosto 2022, da una amicizia di lunga data.

Ora vediamo Otello in un momento un po’ triste, ha perso la sua Teresina e pensa spesso a lei.

Non è solo Otello ad aver perso la sua cara Teresina, sono prima io ad aver perso l’amica di una vita. Conoscevo Carmen da quando eravamo ragazzi, lei aveva pochi anni meno di me. Ricordo i tempi delle prime esperienze nel mondo dello spettacolo, da giovanissima lei traduceva in inglese canzoni napoletane. Al suo funerale, cui purtroppo per il periodo in cui si è svolto ha partecipato pochissima gente, mi hanno chiesto anche di parlare, ma non ce l’ho fatta. Avrei detto le stesse cose che ha detto Patrizio Trampetti, il suo ex marito da cui però lei non si è mai separata legalmente. Abbiamo poi dedicato a lei una puntata speciale di Un Posto Al Sole, in cui eravamo sinceramente tutti commossi nel ricordarla. Era unica.

Che ricordo porta con sé di Carmen Scivittaro?

Era una meravigliosa compagna di viaggio, io ero l’unico da cui accettava critiche e da cui si lasciava convincere a fare qualcosa di cui non era completamente convinta. Ricordo di lei la grande disponibilità verso gli animali, andava a raccogliere i gatti abbandonati, ovviamente se faceva questo con loro, immaginiamoci quanto fosse generosa verso gli uomini. Del suo grande cuore ricordano tutti.

Lei porta in scena uno spaccato che forse si vede poco in tv: quello delle persone che hanno lavorato tutta una vita onestamente e ora sono in pensione. Spesso si tratta di persone che devono affrontare la solitudine o la depressione.

Uno degli spaccati più importanti. Se ci pensiamo, Otello non ha nulla, se non la sua famiglia, ora vediamo cosa succederà, ma se dovesse andare via, sparirebbe il racconto della vita degli anziani in Un Posto Al Sole, sarebbe un peccato. Allo stesso tempo, le sue sorti sono quelle del nonno, l’anziano che aiuta i giovani che sono in difficoltà, una figura importante, con i tempi che corrono, caratterizzati da precarietà e disoccupazione giovanile.

Chi è il suo amico del cuore, se c’è, sul set?

Tutti mi vogliono bene, io sono il più anziano, ma certamente con Marzio Honorato e Germano Bellavia ho un rapporto speciale, ci frequentiamo anche fuori. Pensi che Germano lo conosco da quando era un ragazzo; una delle cose più belle che ha fatto per me è stata regalarmi l’abbonamento allo stadio per due anni consecutivi, non lo dimenticherò mai. Ora che torno sul set, me la dovrò vedere con lui, per questo Napoli che non ha “ancora” vinto lo scudetto.

In che senso?

Perché da grande appassionato di calcio, ho fatto una foto al un busto di Pulcinella, un’opera di Lello Esposito, con una sciarpa del Napoli e un cornicello, foto che ho mandato in giro a un po’ di amici, in modo non proprio scaramantico. Sono certo che avrò seri problemi quando dovrò incontrare dal vivo Germano, lui è tifosissimo!

C’è un ricordo o un episodio di Un Posto Al Sole a cui è particolarmente legato?

Sì, quando circa 5 anni fa, ho avuto un serio problema di salute e sono mancato dal set per un po’ di tempo, al mio ritorno ho ricevuto un’accoglienza che mi ha letteralmente commosso. Sono stato salutato da un applauso che ha unito tutti, dai miei colleghi di set ai tecnici. È stato un momento emozionante e bellissimo.

Sono quasi venti anni che lei interpreta Otello, si può dire che ormai vi somigliate?

Mia moglie dice che siamo uguali, perché io sono diventato brontolone come lui, ma io non credo. Non credo di essere così sedentario, ma ci sono certamente delle affinità, compresa la passione per la moto, anche se a quella io aggiungo la vela, un sogno che ho potuto coronare, anche grazie alla complicità degli amici della Lega Navale di Napoli.

Lei ha lavorato con i più grandi, insegna tra l’altro recitazione a tanti giovani, cosa si sente di consigliare alle nuove generazioni che vogliono intraprendere la strada dello spettacolo?

Una cosa da vecchio: studiate, non pensate solo al servizio fotografico del momento, non lasciate al caso, unitevi, magari fate una associazione culturale, non aspettate il ruolo importante nella fiction o nella commedia. Come diceva un mio maestro, per l’artista ogni giorno è una conquista, come a dire che ogni giorno è faticato e bisogna darsi da fare. Del resto anche in Un Posto Al Sole, tutto è lavoro, dura qui chi ha in mano il mestiere.

Ora sta lavorando a qualcosa?

Ora sto lavorando a dei monologhi di Stefano Benni, che sono già andati in scena al Theatre de Poche e replicheranno il prossimo 13 maggio alle 18, presso la sede dell’associazione culturale “Ethos e Nomos”, a via Bernini 50. Ho fatto dei corti, insomma, un po’ di cose ci sono sempre. Insegno anche alla scuola professionale di cinema Pigrecoemme di Napoli.

Quale argomento sociale vorrebbe portare ancora in scena?

Va benissimo continuare a dare attenzione agli anziani, non gli ex manager o ministri, ma persone comuni, quelle che vivono con una pensione minima. Gli stessi nonni a cui oggi, purtroppo, tocca aggiustare i bilanci dei nipoti, quei giovani a cui non vengono date grandi opportunità di lavoro o che magari guadagnano poco. Perciò, parallelamente è importante rappresentare lo spaccato di queste nuove generazioni precarie.

Chiara Conti: Non condanniamo Lara, cerchiamo di comprenderla

Origini fiorentine, talento e personalità sono i segni distintivi di Chiara Conti, attrice di successo di cinema e tv, che da quasi tre anni presta il volto alla più cattiva delle cattive di Un Posto Al Sole: Lara. Personaggio da sempre caratterizzato da doppiogiochismo ed arrivismo, oltre ad essere una eterna disturbatrice nel rapporto tra Marina e Roberto, Lara Martinelli arriva addirittura a comprare un bambino per fingere che sia suo e utilizzarlo nei suoi giochi di potere con Ferri.

“Sono molto odiata naturalmente – scherza l’artista – ma significa che il mio personaggio funziona. Lara è proprio l’incarnazione della cattiveria, eppure nasconde una sua fragilità. Un aspetto che la rende più umana, mi piacerebbe che la mia storia evolvesse in questo senso”.

Lara è una donna senza scrupoli. Come si sente in questi panni e che sfida rappresenta per lei in termini attoriali?

Lara è un ruolo totalmente diverso dai soliti. In genere, vesto i panni della buona. Ma questo personaggio “cattivo” mi ha insegnato tantissimo. Lara mi ha sempre affascinato tanto e io credo che non sia solo negativa. Ci sono state tante occasioni in cui si è dimostrata fragile, ad esempio, quando è stata lasciata da Ferri, di cui si è sempre dimostrata follemente innamorata. Lei ha fatto davvero di tutto, comprese cose non lecite, pur di avere questo uomo al suo fianco. Nella sua pazzia, è mossa sempre dalla ricerca dell’amore e, quando lo perde, appunto, fa cose orribili.

Ad esempio comprare un bambino e fingere che sia figlio di Roberto Ferri?

Esatto, una cosa terribile, ma dimostra che ormai il problema non sono più i soldi, che bene o male ha ottenuto. Lei vorrebbe essere amata, la rende folle non esserlo. Del resto, quando è rimasta incinta, era felice, perché pensava di non poterne avere. Il fatto di perderlo la devasta, anche perché in un solo colpo perde sia il bambino che Roberto. Insomma, Lara lotta, in modo più o meno discutibile, sempre e solo per amore.

La compravendita di un bambino: roba tosta da digerire per le famiglie della fascia serale di Rai3, non crede?

Decisamente sì. È stata tosta anche per me ma alla fine in quel gesto ci ho visto la mancanza di lucidità di una donna disperata. E poi se lei ha comprato un bambino, significa che qualcuno glielo ha venduto. Voglio dire che purtroppo sono situazioni di illegalità che esistono, a fronte di percorsi di adozioni così complicati. Il mio personaggio è sempre stato molto discusso. Del resto, è la cattiva della situazione ed è giusto che sia così.

Ma Lara si riabiliterà prima o poi?

Io vorrei tanto che ci fosse un cambiamento: sarebbe bello avere un personaggio tridimensionale, ad esempio, scoprire perché Lara si comporta davvero così. Quale è la sua storia, cosa c’è dietro, scovare in lei quegli aspetti che possano renderla più umana.

Ormai è una presenza abbastanza assidua sul set, come si trova con i suoi compagni di viaggio?

Sono passati quasi tre anni, sono molto contenta di condividere questa esperienza con Nina Soldano e Riccardo Polizzy Carbonelli, sono due attori e compagni di viaggio eccezionali, con loro c’è una bella energia e un costante confronto, oltre che un profondo rispetto, una cosa non scontata quando c’è una lunga serialità. Poi mi vedo di sfuggita con tanti colleghi, ma con loro sto davvero bene. Non potevo capitare meglio.

Un bilancio fin qui di questa avventura.

Positivo, speriamo che la storia di Lara resti centrale e possa trovare una evoluzione, come dicevo. Arrivare a scoprire che ci sono anche delle fragilità in lei perché si può amare anche un personaggio tanto odiato. Intanto mi sto godendo tantissimo quel piccolino io per lei, lo terrei sempre in braccio. Ovviamente la mia speranza è che si affezioni a lui Lara, in modo tale che si inneschi una molla per farla cambiare radicalmente.

Nella sua carriera, ha interpretato prevalentemente ruoli drammatici, ha mai voluto cimentarsi in altro?

A me piacerebbe molto la commedia, ma è molto difficile per le donne ricoprire ruoli comici perché ce ne sono molti meno. Bisogna avere anche occasioni per mettersi in gioco.

Da “Non è La Rai” al cinema, di strada ne ha fatta, cosa le manca ancora? Quale è il sogno ancora da realizzare?

Un film su una grande donna che abbia qualcosa da raccontare. Mi piacerebbe ad esempio interpretare Camille Claudel, la prima scultrice donna famosa nella storia, più brava del suo maestro. Una donna che, per una serie di vicissitudini viene rinchiusa in manicomio, dove poi morirà. Una storia molto dura, drammatica, ma bella. Bisogna dare più spazio alle storie delle donne, per fortuna di recente sta incominciando a cambiare qualcosa.

Tra poco, saranno due anni dalla scomparsa di Franco Battiato. Lei ha lavorato con lui, secondo lei cosa ci ha lasciato questo grande artista? 

Io ho fatto con lui un videoclip e due film. Era una persona che quando ti metteva sotto la sua ala protettrice, era capace di trasmetterti la bellezza, gli piaceva sperimentare; una persona estremamente ricca di amore e sorrisi. Mi ha insegnato molte cose che non conoscevo, ad esempio, sulla modulazione della voce, cosa cui teneva tantissimo.

Oltre a Un Posto Al Sole, è impegnata in altro in questo momento?

Ho partecipato a “Il Commissario di Ricciardi”, già andato in onda, abbiamo girato quasi tutto a Taranto ma siamo stati anche a Napoli. Ora sto preparando la mia quarta mostra d’arte, incido l’alluminio e lo dipingo. Una passione che mi sta dando belle soddisfazioni.

C’ è un tema sociale che le sta particolarmente a cuore?

La violenza sulle donne, è il tema che mi sta più a cuore di tutti per averla subita anche personalmente. Io ho fatto un percorso importante, ho avuto un angelo, una poliziotta donna che mi ha seguito passo dopo passo, dall’ospedale alla denuncia fino al processo. Sono andata avanti anche grazie al supporto di persone esperte, forse non ci sarei riuscita se non ci fossero state. Tutte le donne devono essere consapevoli degli strumenti che ci sono a disposizione, dal numero verde alle case rifugio, azioni concrete che servono ad uscire dalla violenza. Gli stessi corsi di autodifesa personale sono fondamentali, per me ad esempio lo è stato.

Come ne è uscita?

Ne sono uscita perché sono stata aiutata, sono anche andata in analisi. Ho vinto alla fine, perché la persona che denunciai fu arrestata e condannata a 5 anni. Ma ancora oggi mi capita di avere paura, quella che non passa mai, ma bisogna avere la forza di affrontare tutto senza vergogna.

Cosa si augura per Lara?

Mi auguro che non venga condannata ma che impariamo tutti ad avere un po’ più di empatia: in una società in cui sono così forti rabbia, aggressività e frustrazione, sarebbe bene mettersi nei panni dell’altro, aiutarsi e capirsi, piuttosto che giudicare per partito preso.

 
Chiara Conti Non condanniamo Lara cerchiamo di comprenderla 1

Riccardo Polizzy Carbonelli: “Ferri vuole rimediare ai suoi errori di padre”

Volto storico di Un Posto Al Sole, Roberto Ferri – da sempre “anima nera” del social drama più popolare e longevo della televisione italiana – è interpretato dall’attore romano Riccardo Polizzy Carbonelli.

Giorgia Gianetiempo: «Al funerale di Teresa ho pianto ricordando Carmen»

Giorgia Gianetiempo è Rossella di Un Posto Al Sole: una bellezza che è sbocciata, ma potremmo anche dire una professionalità che è cresciuta, nel social drama più longevo della Rai.

Paolo Romano: ho rosicato per il bacio di Viola più di Nicotera!

In Un Posto Al Sole, per il magistrato Eugenio Nicotera è un momento cruciale. Ne parliamo con Paolo Romano, l’attore di origini torinesi che gli presta il volto da ormai circa 12 anni: “Sento forte la responsabilità della toga che indosso in scena ma nella vita reale sono l’opposto di Nicotera”.

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