Mercoledì, 22 Maggio 2024

I sopravvissuti del Melarancio nel documentario di Luca Miniero

L’incredibile vicenda degli undici fiori del Melarancio in una Napoli fra incanto e disperazione. Il racconto di uno dei più gravi incidenti stradali avvenuti in Italia è diventato un documentario dal titolo “Dalla parte sbagliata” prodotto da Viola Film e Luca Miniero, proiettato ieri al cinema Vittoria.

A distanza di quarant’anni, la classe del 1983 della scuola media “Nicolardi” del quartiere Vomero Arenella di Napoli si riunisce per un pranzo. Ma non è una rimpatriata come tutte le altre. Dopo l’iniziale curiosità del ritrovarsi, i compagni di classe rivivono gli aneddoti scolastici di quegli anni con la naturale spontaneità di un gruppo di vecchi amici, seguendo il filo dei ricordi e senza alcuna forzatura da parte della regia. Poi inizia a farsi sempre più presente il ricordo del “fattaccio”. I protagonisti infatti, sono i superstiti di uno dei più tragici incidenti stradali della storia italiana, che coinvolse l’autobus su cui stavano viaggiando per una gita scolastica, e un tir per trasporti eccezionali. Nell’impatto persero la vita undici bambini di tredici anni, quelli seduti nella parte sinistra del bus, fatalmente la parte sbagliata. L’evento segnò profondamente non solo una generazione (la mia), ma anche la città di Napoli, che allo stadio Collana ospitò le trentamila persone accorse per rendere omaggio alle vittime.

Il documentario racconta l’inedito punto di vista dei sopravvissuti, e il senso di colpa di una vita che anche per loro, da quel momento, è stata dalla parte sbagliata.

GUARDA IL TRAILER | Dalla parte sbagliata

«La tragedia del Melarancio, il 26 aprile di quest’anno – scrive nelle note di regia Luca Miniero - ha compiuto 40 anni. Eppure resta indelebile nella memoria dei napoletani. E anche nella mia. Conoscevo quei ragazzi, tutti del mio quartiere, il Vomero-Arenella, ed ero ai loro funerali, per la prima volta celebrati in uno stadio con 30 mila persone in lacrime sugli spalti. In questo docufilm vogliamo indagare il dramma di quei giorni, ma soprattutto proporre un taglio diverso con la vicenda dei sopravvissuti al centro della scena. Si tratta di un vero e proprio abbandono quello che hanno dovuto subire, trascurati dalle cerimonie ufficiali, secondi al dolore dei genitori, e senza alcun supporto psicologico. Dopo 40 anni si incontreranno tra loro, per raccontarsi come è andata la loro vita, anch’essa dalla parte sbagliata come quella dei compagni morti nell’incidente, dominata dal senso di colpa e dall’obbligo di non sprecarla mai. Alcuni di loro li seguiremo in una sorta di pedinamento nelle attività quotidiane. Una varietà di punti di vista che sconvolge, ma anche il comportamento emozionante di un gruppo che nel ricordo è diventato una classe, unita e indivisibile. E questo grazie a questa rimpatriata catartica che, in poche ore, ha dato un senso al dolore di una vita. L’incontro fra alcuni di loro, ormai 50enni, e la madre di Alfredo, un compagno che è morto, completa questa rimpatriata che appare sempre di più il superamento di un lutto durato 40 anni. Così, fra repertorio e interviste, uniremo questi ragazzi con un filo alla loro città, sconvolta da una tragedia mai dimenticata».

Author: Redazione

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