Venerdì, 19 Aprile 2024

Nel libro di Nicola Cotugno la scuola per la vita a Scampia

Come attirare l’attenzione dei ragazzi tra i banchi scolastici? Come “fare scuola” in una periferia difficile come Scampia? E quanto incidono gli stereotipi negativi troppo a lungo perpetrati anche attraverso serie di successo? Se lo chiede il professore nonché architetto Nicola Cotugno, autore del libro “Fare scuola a Scampia.

Buone pratiche digitali per una coesione educativa” (Erickson), che sarà presentato a Napoli lunedì 10 ottobre alle 17 presso l'Aula Magna dell'Istituto Superiore Alfonso Casanova, in piazzetta Casanova 4.

Nel corso dell’incontro, curato dall'associazione A voce alta, dialogheranno con l'autore Marco Rossi Doria, presidente dell’impresa sociale Con i bambini ed ex sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, e Antonio Pescapè, direttore del Polo universitario Federico II di San Giovanni a Teduccio. Coordina i lavori del dibattito la giornalista, scrittrice nonché docente Enza Alfano. 

Fare scuola in una periferia difficile, dimenticata ma spesso anche mistificata, significa inventare lezioni che nel come si fa ritrovano il senso profondo di ciò che si fa, che diventano intriganti attraverso un approccio agli strumenti digitali non meccanico, ma umanistico.

“In questo libro racconto del lavoro preziosissimo fatto con i ragazzi di Scampia, fin da quando questa periferia era conosciuta nel mondo soprattutto come piazza di spaccio d’Europa. Immagine che purtroppo serie tv di successo come Gomorra non hanno fatto che diffondere e rafforzare nel sentire comune. Oggi non è più così ma io continuo a confrontarmi quotidianamente con i ragazzi di quella stessa terra”, spiega l’autore.

È vero, molti si sono persi e “dispersi” tra i banchi e non c’è stato nulla fa fare, ma per molti altri la scuola, grazie anche agli strumenti informatici (ed umani) che docenti come Nicola Cotugno sono stati in grado di fornire, hanno intrapreso un cammino di riscatto sociale, si sono allontanati dalla strada per intraprendere un percorso di studi o di carriera. “Oggi molti miei ex studenti sono dei professionisti - dice orgoglioso il professore – Credo che la scuola possa continuare a fare un buon lavoro nel tirar fuori motivazioni e talenti che in molti casi aspettano solo di essere scoperti”. 

Il libro

Il libro ripercorre oltre venti anni di esperienze innovative svolte nell’ iti Galileo Ferraris. E attraverso la sua lettura, come ben evidenziato anche dalla prefazione di Eraldo Affinati e dalla postfazione di Marco Rossi Doria, si evince quanto la scuola possa diventare un potente strumento di crescita e di formazione per i giovani e nelle periferie anche di riscatto sociale, se la lezione diventa coinvolgente e si trasforma in un affascinante viaggio tra saperi e conoscenze, una esperienza di vita avvincente che fa emergere il talento e l’autostima nei ragazzi, un volano fondamentale in quartieri caratterizzati da povertà educativa.

Al centro ci stanno i giovani, e insieme un obiettivo sociale culturale e formativo: quello di ridare importanza e ritrovare un senso alla scuola, perché possa divenire una prospettiva di futuro dignitoso - una speranza cercata lungo il cammino - come intitola Marco Rossi Doria la sua postfazione – in contesti di disagio economico dove la dispersione scolastica è ancora a livelli altissimi, una mission importante da valorizzare.

Tutte le esperienze didattiche raccontate, sviluppatesi all’inizio con spirito del tutto pionieristico, si sono avvalse dell’uso delle tecnologie digitali, come ad esempio il videogioco didattico o la costruzione di siti web, che hanno grande attrattiva sulle giovanissime generazioni generando passione e competenze, che incrementano consapevolezza di sé e autostima, che poi spesso costruiscono percorsi esistenziali e profili professionali in cui realizzare sogni e aspirazioni personali.

Nel libro, proprio dalla diretta testimonianza degli studenti, destinatari e protagonisti delle pratiche digitali realizzate al Ferraris, emerge quanto queste strategie didattiche combattano la noia e la dispersione scolastica e come gli strumenti digitali e l’uso umanistico delle tecnologie diventino efficaci per ridare centralità ad una scuola, spesso bloccata e anacronistica, che allontana i ragazzi dall’interesse e dalle aule. 

L’autore 

Nicola Cotugno vive a Napoli; architetto, già docente di tecnologia nell’ITI Galileo Ferraris di Scampia, formatore docenti in ambito nazionale (Future labs, Impara digitale), esperto in tecnologie didattiche, progetta ambienti di apprendimento multimediali.

 





Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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