Venerdì, 26 Aprile 2024

Santi d’argento di Piacci: raccontare senza rassegnarsi alla semplificazione

I Santi d’argento di Giancarlo Piacci (edito da Salani, anno 2022) è un noir profondamente napoletano, a partire dal titolo.

Vi si narra la storia di Vincenzo, che “si nasconde” da Napoli da 10 anni, emigrante a Milano prima (“Milano per gli emigranti era un baro sorridente seduto ad un tavolo in cui i meridionali non vincono mai”) e poi rifugiatosi a Bacoli.

Ma un “debito senza prescrizioni” lo obbliga a tornare nei luoghi della sua gioventù, a confrontarsi con Napoli, che lo aspetta con le sue carte in mano. “Amore, denaro o fortuna?”.

In questo suo ritorno, in una Città che conserva e tace, che nasconde la bellezza (“così come fece con i suoi figli durante i rastrellamenti nazisti”), si troverà di fronte a menzogne, omertà della memoria, raggiri a vario titolo, “ortopedia dei ricordi”.

È un racconto di segreti che non muoiono mai, di futuri che si presentano come supereroi finché non diventavano triste presente, di naufraghi che attraversano solitudini e burrasche, di figli delle sconfitte, di albe intimidite, di giustizie non giuste e di verità non vere, di frammenti di esistenze sgualcite, di Davide Bifolco e di Ugo Russo.

Ma anche di continui inviti alla percezione della grazia e della bellezza.

La protagonista indiscussa, tuttavia, è Napoli con il suo patrimonio genetico incendiario, che inganna per vocazione (“ti sorprende con archi sontuosi che conducono in vicoli ciechi dove si accumulano solo detriti e spazzatura, oppure ti scoraggia con oscure viuzze disseminate di calcinacci che terminano su anfiteatri o chiese monumentali”).

Santi dargento di Piacci raccontare senza rassegnarsi alla semplificazione 1

È una Città nella quale “Tutto quello che c’era prima, ora non c’è più. Le finestre, le porte, i bassi, sono tutti chiusi. Dove un tempo c’erano decine di librerie, oggi si vedono solo bar e friggitorie”, straripante di cibo e gente, con i suoi vicoli “focolai di rassegnazioni, illusioni, resistenza, risentimenti”.

Una Città in cui si parla di decoro per intendere che il degrado sono i residenti, fronzoli decorativi ma al contempo elementi resistenti alla NeoNapoli sfavillante e senza memoria di speculatori in combutta con i nuovi camorristi.

La Napoli dei Palazzi (“mi piace questa resistenza dei palazzi antichi: ricorda una lenta e inesauribile muta, compiuta al fine di scrollarsi di dosso ogni orpello imposto dall’uomo e tornare alla splendida grossolanità del loro essere semplicemente pietra e ferro”) ma anche quella delle varie maschere che indossa ogni momento di ogni giorno (“Si aggira tra i tavoli un pulcinella che chiede una moneta per dei corni portafortuna di plastica. E’ come se tutta la città avesse indossato il vestito di carnevale di se stessa”).

La Napoli di Piacci la puoi assaporare, puoi ascoltarla, ne puoi sentire odori e profumi, la puoi respirare ed è “perennemente divisa tra una parte che sprofonda ed una che resiste”.

Ma anche Lei, come tutti, indifesa di fronte alla verità.

Meravigliosa la copertina di Zerocalcare, secondo il quale «Questo romanzo mi ha tenuto incollato e non succedeva da un sacco di tempo, perché scorre ma non rinuncia a essere denso, ma soprattutto perché dentro c’è la Napoli di oggi, non quella delle cartoline o degli stereotipi da cronaca». 

L’autore

Giancarlo Piacci. Nato e cresciuto a Napoli, è da anni uni dei librai di riferimento della città.

I Santi d’argento è il suo primo romanzo.

Dario Bello
Author: Dario Bello
Appassionato di politica, letture, cultura, cinema, Curva B.

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