Lunedì, 12 Maggio 2025

Mamma mia!

Sì, il titolo si riferisce alla Festa del Mamma, ma soprattutto a tutte le sue sfumature variamente invocate della Festeggiata durante Napoli-Genoa.

Con due vittorie e un pareggio si vince il Coso, dai che ci vuole, e Mamma mia! Con una squadra che era anche gemellata, con cui abbiamo vissuto il glorioso passaggio in serie A tanti anni fa, questa partita sapeva di tranquillità, quasi di formalità. Invece, il calcio è uno sport cattivo, dove nulla è scontato, o già scritto. Mamma mia, che ansia!

La squadra che ci troviamo di fronte è un Genoa coraggioso, con personalità, che ha giocato con tre punte e che ha aggredito la partita, che pur non avendo niente da perdere e niente da conquistare ha cercato la vittoria, il che all’inizio è stato anche un fatto positivo perché il Genoa si è scoperto e ha consentito lo splendido gol di Lukaku. Mamma mia, che gol! Che però, come sempre, doveva essere immediatamente seguito da un secondo gol. Almeno. «Il secondo!» lo ha urlato Conte, lo abbiamo pensato e urlato tutti. Mamma mia, e fanno sempre questo, e infatti dopo un poco, pareggio. Mamma mia, e che palle!

Nel secondo tempo, partiamo bene, con possesso palla, ci crediamo, lo cerchiamo, e arriva sempre lui, Jack! Mamma mia, quanto lo amiamo, leviamo a Garibaldi e mettiamo Jack, lui sì che è un eroe! Grazie, mamma di Jack, grazie!

E poi basta una distrazione, un momento sfortunato e il Genoa pareggia un’altra volta, a pochi minuti dalla fine. Mamma mia, che… e qua riempite a piacere con tutte le male parole che vi vengono in mente, non c’è limite né censura, sfogatevi a piacere che ce n’è bisogno. Lo so che avete insultato varie mamme, che pensate, che non vi ho sentito? Perché con due vittorie e un pareggio si vince il Coso e noi il pareggio ieri sera ce lo siamo giocati già.

Un paio di giorni prima di Pasqua mi manda un messaggio un mio carissimo amico, tifosissimo del Bologna: per una forma di ritrosia pudica dal sapore vittoriano non ci eravamo sentiti per Napoli-Bologna, e anche se il pareggio stava stretto a entrambi non avevamo commentato in nessun senso. Qualche giorno dopo mi manda un messaggio: «Sarà un piacere». E poi il gol di Orsolini, costato le coronarie a molti di noi.

La settimana successiva mi scrive un mio carissimo amico, tifosissimo della Roma: «Ci pensiamo noi». E così accade. Ora, mentre scrivo, controllo ogni tanto il telefono. Tace. Non ho molti amici carissimi tifosissimi della Lazio, in realtà ne avrei un paio, ma una non la vedo da vent’anni (era una ragazza di Avellino, non ho mai capito perché tifasse per la Lazio) e un’altra che mi sa che sta dietro due creature insonni e il calcio non se lo fila neanche più. Controllo, niente. Nessun laziale mi chiama. Nessun laziale mi scrive: «Lascia fare a noi». Ce la dobbiamo cavare da soli. Oh mamma.

Però. Mamma mia, siamo ancora lassù. A un solo, piccolissimo, pesantissimo punto. Ora non dobbiamo sbagliare più niente. Mamma mia, che angoscia. Mamma mia, però ci pensi se...

 

Serena Venditto
Author: Serena Venditto
È nata a Napoli il primo agosto 1980, per festeggiare il compleanno della squadra. Archeologa e scrittrice, è autrice di una serie giallo-umoristica con protagonisti il gatto detective Mycroft e un gruppo di amici impiccioni, di cui l’ultimo è l’ebook gratuito “Malù si annoia. Quarantena in giallo per quattro coinquilini e un gatto”. Cura per Napoliclick la rubrica #Barsport

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