Venerdì, 26 Aprile 2024

Homo Scrivens, vent’anni e non sentirli

Di Aldo Putignano

Sono già passati vent’anni? Il tempo passa e i ricordi si confondono: Homo Scrivens è nata nel 2002 come compagnia di scrittura, la prima in Italia, allo scopo di mettere insieme persone animate dalla stessa passione, e di aprire per noi e per loro nuovi spazi.

Eravamo giovani allora, e pieni di sogni, ma il tempo passa e per non restare indietro quei sogni abbiamo iniziato a realizzarli, passo dopo passo. Non mi hanno mai fatto paura i sogni, anzi. Fin da bambino, forse per un inconsapevole meccanismo di difesa, ho sempre e solo sognato il possibile, lasciando alla Fantasia il compito di giocare con l’Irrealizzabile. Solo così, pensavo, i sogni possono diventare obiettivi da raggiungere e darti un senso, stimolare una passione.

Tutto il progetto Homo Scrivens è nato da questa passione, ma sia chiaro, non credo né ho mai creduto che l’amore per quello che facciamo bastasse a dargli un senso, un valore. La passione può essere la molla, ma per allungare il volo occorre una spinta continua. Impegno, competenza, tecnica: sono punti di partenza e punti d’arrivo, e ogni giorno devi fare di più, dare di più. Non è facile, ma è quel che stiamo provando a fare, al fine di offrire a questa nostra città un punto di aggregazione forte.

Per questo motivo, nel 2012, è nata la casa editrice, attraverso la quale stiamo portando avanti, in maniera più forte e decisa, quanto avevamo già iniziato a costruire, con l’intento di stimolare nuove idee e dar loro forma, perché, come recita il nostro motto, “i libri sono la forma delle idee”.

La domanda più frequente su Homo Scrivens riguarda una locuzione, “compagnia di scrittura”, il punto di partenza. A me sembra chiarissima: un luogo aperto, in cui ci si incontra e si lavora; il nostro è un progetto artistico, culturale, imprenditoriale, fondato sullo stare insieme.

La vera difficoltà però non è nelle parole, quanto nel pensiero. È difficile anche solo immaginare un progetto così, tutti sono abituati a pensare solo al proprio tornaconto, ai propri sogni, alla propria carriera. Il rischio di essere usati e poi abbandonati, senza amore né rimpianti, è fortissimo. Va bene, abbiamo deciso di correre il rischio.

Homo Scrivens è una realtà atipica, sembra una di quelle belle utopie che piacciono e divertono, ma che non sopravvivono al giorno. Invece noi, dopo vent’anni sul campo, non siamo ancora stramazzati al suolo, anzi, siamo qui, sempre più forti, sempre più avanti. Credetemi, anche perché spiegarlo è difficile, ti svegli una mattina e capisci: non siamo effimeri.

Inserire in questo progetto finanche l’idea di una casa editrice non era scontato: una casa editrice è un’azienda, risponde al mercato e questo limita inevitabilmente la nostra libertà d’azione. Invece, aggiungere una strettoia ci ha aiutato a crescere, in qualche modo ci ha anche costretto a confrontarci con la realtà e così rendere ancor più realizzabili i nostri sogni, i nostri progetti e i sogni e i progetti dei nostri autori.

L’esperienza aiuta, e vent’anni di esperienza ci hanno dato molto, perfino la possibilità di osare ancora di più, immaginando libri che raccontano una storia e ne lasciano intravedere un’altra, ancora più affascinante. È il caso ad esempio di Gatti neri e vicoli bui, il volume di racconti gialli di Maurizio de Giovanni, Francesco Pinto e Serena Venditto: un libro entusiasmante, divertente, che inaugura una nuova collana di giallistica dove accanto a autori di grande fama (a breve pubblicheremo qui due romanzi del grande Attilio Veraldi, e altri lo seguiranno) continuerà il percorso di alcuni autori che stiamo portando avanti da tempo (fra i primi Valeria Papini, Giancarlo Vitagliano, Patrizio Fiore) e che meritano attenzione: insomma, è una strada che apre altre strade, anzi vicoli, ancora bui ma non ciechi: credeteci, ci vediamo benissimo!

Presenteremo questo libro al Salone di Torino, venerdì 20 maggio, e sarà anche l’occasione per festeggiare questi venti anni di attività. Poi torneremo al nostro stand, a incontrare gente.

E sarà uno stand enorme (come farò a non perdermi?) per coltivare il dialogo, come sempre, con scrittori, addetti ai lavori, lettori e altri editori, portando avanti l’importante esperienza dell’Associazione Campana Editori, nata da pochi anni, ma sempre più attiva e rappresentativa e che quest’anno si presenta anche con questo spazio, il più esteso e rappresentativo che Napoli abbia mai prodotto. Per accogliere tutti, come sempre.

Author: Redazione

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